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Favole di Jean de La Fontaine, VII - La Bisaccia

Barba Giove disse un giorno: - Vengan quanti al mondo sono animali malcontenti e ciascun di lor mi parli senza fare complimenti, ch'io vedrò dal mio gran trono se si possa contentarli -. Il babbione per suo conto si dichiara arcicontento senza tema di confronto. Una bestia, figurarsi! che cammina a quattro mani, così bella e di talento, non sarebbe un'ingiustizia se volesse lamentarsi? Ma una grande compassione egli sente in cor per l'orso, che gli sembra un così stupido materiale bestïone, così rozzo e disadatto, che i pittori si rifiutano fin di pingerne il ritratto. L'orso subito protesta contro questa insinuazione. Quel che a lui sembra mal fatto, corto in coda e grosso in testa, una macchina pesante senza garbo e proporzione, è piuttosto l'elefante. A sua volta anche costui, ch'è un buonissimo pedante, dice mal della balena tutta schiena, tutta schiena. Ogni mal è del vicino, e per essere discreti fa l'istesso panegirico la formica al moscherino. Barba Giove soddisfatto li rimanda in santa pace. Per venire adesso al fatto non vi sembra che a un dipresso anche noi facciam lo stesso? Linci a scorgere del prossimo i difetti, siamo poi talpe cieche sol per noi.

Quando viene in questa valle porta ognuno sulle spalle una duplice bisaccia. Dentro a quella che sta innanzi volentieri ognun di noi i difetti altrui vi caccia, e nell'altra mette i suoi.

Barba Giove disse un giorno:
- Vengan quanti al mondo sono
animali malcontenti
e ciascun di lor mi parli
senza fare complimenti,
ch'io vedrò dal mio gran trono
se si possa contentarli -.

Il babbione per suo conto
si dichiara arcicontento
senza tema di confronto.
Una bestia, figurarsi!
che cammina a quattro mani,
così bella e di talento,
non sarebbe un'ingiustizia
se volesse lamentarsi?

Ma una grande compassione
egli sente in cor per l'orso,
che gli sembra un così stupido
materiale bestïone,
così rozzo e disadatto,
che i pittori si rifiutano
fin di pingerne il ritratto.

L'orso subito protesta
contro questa insinuazione.
Quel che a lui sembra mal fatto,
corto in coda e grosso in testa,
una macchina pesante
senza garbo e proporzione,
è piuttosto l'elefante.

A sua volta anche costui,
ch'è un buonissimo pedante,
dice mal della balena
tutta schiena, tutta schiena.
Ogni mal è del vicino,
e per essere discreti
fa l'istesso panegirico
la formica al moscherino.

Barba Giove soddisfatto
li rimanda in santa pace.
Per venire adesso al fatto
non vi sembra che a un dipresso
anche noi facciam lo stesso?
Linci a scorgere del prossimo
i difetti, siamo poi
talpe cieche sol per noi.

Quando viene in questa valle
porta ognuno sulle spalle
una duplice bisaccia.
Dentro a quella che sta innanzi
volentieri ognun di noi
i difetti altrui vi caccia,
e nell'altra mette i suoi.