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Italian Audio Gazette, 8 giugno, 1998

Molti avranno visto e rivisto i suoi film o ne avranno sentito parlare soprattutto per la loro genialità comica basata, per lo più , sul doppio senso . Roberto Benigni è ormai conosciuto a livello internazionale e specialmente per lo strepitoso successo ottenuto con il suo film Johnny Stecchino (1992).

C'è chi lo chiama il Woody Allen italiano e francamente sia l'aspetto fisico sia il suo carattere esplosivo e a volte nevrotico fanno sì che sullo schermo grande una tale somiglianza sia valida. C'è poi chi lo ritiene addirittura il Totò versione anni Novanta, per la sua comicità spesso improvvisata e a volte eroticamente un po' spinta ma piena di senso umano. Se andiamo indietro nel tempo scopriamo che Benigni fa parte di quella corrente cinematografica che negli anni Ottanta (insieme ad altri attori-autore come Nanni Moretti, Massimo Troisi, Carlo Verdone ed altri) dà al cinema italiano una nuova forza comica fondata sull'ironico e sul grottesco. Nel 1982 Benigni realizza Tu mi turbi , due anni dopo si associa a Massimo Troisi per dirigere Non ci resta che piangere (1984), e poi nel 1988, con la partecipazione di Walter Matthaw, gira Piccolo diavolo . La grande fama arriva con il film già menzionato Johnny Stecchino . Dopo una pausa di due anni, viene seguito da Il Mostro (1994) , con il quale ha ottenuto un successo alquanto minore rispetto al film precedente.

Nel 1998, Benigni ritorna alla ribalta con il capolavoro " La vita è bella ". Alle premiazioni del Davide di Donatello Benigni vive un grande trionfo: fra i nove David vinti viene premiato per il miglior film, il miglior regista e il miglior attore. Cosa potrebbe desiderare di più un attore-autore? " La vita è bella " ci dimostra che, nonostante la sua comicità e quell' inconfondibile pizzico di ironia, Benigni ha senz'altro la capacità di fare delle cose "serie".

Molti avranno visto e rivisto i suoi film o ne avranno sentito parlare soprattutto per la loro genialità comica basata, per lo più, sul doppio senso. Roberto Benigni è ormai conosciuto a livello internazionale e specialmente per lo strepitoso successo ottenuto con il suo film Johnny Stecchino (1992).

C'è chi lo chiama il Woody Allen italiano e francamente sia l'aspetto fisico sia il suo carattere esplosivo e a volte nevrotico fanno sì che sullo schermo grande una tale somiglianza sia valida. C'è poi chi lo ritiene addirittura il Totò versione anni Novanta, per la sua comicità spesso improvvisata e a volte eroticamente un po' spinta ma piena di senso umano. Se andiamo indietro nel tempo scopriamo che Benigni fa parte di quella corrente cinematografica che negli anni Ottanta (insieme ad altri attori-autore come Nanni Moretti, Massimo Troisi, Carlo Verdone ed altri) dà al cinema italiano una nuova forza comica fondata sull'ironico e sul grottesco.

Nel 1982 Benigni realizza Tu mi turbi, due anni dopo si associa a Massimo Troisi per dirigere Non ci resta che piangere (1984), e poi nel 1988, con la partecipazione di Walter Matthaw, gira Piccolo diavolo. La grande fama arriva con il film già menzionato Johnny Stecchino. Dopo una pausa di due anni, viene seguito da Il Mostro (1994), con il quale ha ottenuto un successo alquanto minore rispetto al film precedente.

Nel 1998, Benigni ritorna alla ribalta con il capolavoro "La vita è bella". Alle premiazioni del Davide di Donatello Benigni vive un grande trionfo: fra i nove David vinti viene premiato per il miglior film, il miglior regista e il miglior attore. Cosa potrebbe desiderare di più un attore-autore? "La vita è bella" ci dimostra che, nonostante la sua comicità e quell'inconfondibile pizzico di ironia, Benigni ha senz'altro la capacità di fare delle cose "serie".