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ItalianLingQ, #37 Danilo & Rita – The Scouts Movement

Quel che c'è di bello qui è che la domenica si sentono suonare le campane, a Milano non si sentono più praticamente, un po' perché c'è rumore di fondo un po' perché le hanno vietate, mi sembra, per non disturbare. E mi ricordo quando ero bambina che andavo in montagna e c'era una gran quantità di campane che suonavano a tutte le ore soprattutto la domenica, e alla domenica bisognava andare a Messa e quando ero bambina ci andavo anch'io, tu andavi?

Non proprio, il fumo delle candele mi ha sempre dato un po' fastidio, però mia mamma mi trascinava per un orecchio e a questo punto dovevo per forza andarci. Non mi piaceva andare a Messa perché, insomma, come tutti i bambini la trovavo una cosa noiosa però mi piaceva andare all'oratorio. Al pomeriggio si andava all'oratorio ed era l'unico divertimento che c'era, con poche lire si comprava la solita gassosa, una liquirizia e poi si andava al cinema, dopo aver subito almeno un'ora di catechismo. Questa era la vita domenicale di noi poveri bambini campagnoli.

Ma anche in città era così veramente, solo che io non sono mai stata all'oratorio perché la mamma aveva avuto già l'esperienza dei due maschi più grandi di me e aveva visto che non le piaceva allora sono andata a fare catechismo da un'altra parte, dalle suore e li non c'era nessun oratorio, però era bello lo stesso perché si andava a fare.. come si chiamavano, aspetta, i ritiri spirituali e in un grande parco fuori Milano e lì ci si divertiva perché si andava senza la mamma e il papà, ci davano una stanzetta tutta linda e c'era questo grande parco in cui si poteva andare da una cert'ora. Certo ci davano poco da mangiare, mi ricordo che c'era una ragazza che scava il panino e dentro ci metteva delle polpette e tutto quello che avanzavano lo infilava nel panino e poi se lo portava nella stanza perché comunque davano veramente poco da mangiare, però era molto bello, e sono andata avanti così un po' dopo l'età della comunione due o tre anni poi mi sono stufata e non sono andata più né dalle suore né a messa e basta è finita così. Ho frequentato l'oratorio fino quasi ai dieci anni, poi un amico mi ha fatto conoscere i boyscout, immediatamente mi sono iscritto e da li è incominciata la mia lunga carriera di boyscout. Lo scoutismo mi ha dato veramente tanto sia sotto l'aspetto educativo morale, sia proprio anche sotto l'aspetto pratico. Tantissime cose che ho imparato quando ero giovane e ancora oggi le metto in pratica, dai nodi a saper piantare la tenda in pochi minuti e tante altre cose. Il bello dello scoutismo è che tutto quello che viene fatto viene messo sotto forma di gioco per cui è tutto un grande gioco ma è un grande gioco che prepara alla vita perché proprio inculca ai ragazzi tante regole morali che oggi ormai si sono perse. Tutte regole che risalgono ancora ai tempi dei Cavalieri, quando l'onore era una cosa in primo piano, non esistono più regole di questo genere. Fare la buona azione ogni giorno era la nostra regola, e ci impegnavamo veramente a fare proprio questa buona azione al di là che poi le barzellette raccontano sempre il boyscout che vuole fare attraversare la strada alla vecchietta la quale invece assolutamente non voleva attraversare la strada! ma ci sono tantissime cose che ogni giorno una persona può fare di aiuto anche per gli altri. Al sabato preparavamo lo zaino, zaino in spalla, bicicletta, la nostra tenda e via, andavamo di corsa in qualche bosco. Qui la vita diventava veramente dura si piantava la tenda bisognava cucinare sul fuoco e da qui bisognava anche imparare a cucinare sul fuoco, bisognava imparare ad accendere il fuoco, accendere il fuoco anche quando pioveva e la legna era bagnata, insomma, era una vita rude ma che ha insegnato tantissime cose. Poi crescendo e diventando adulto sono anche diventato capo e ho trasmesso tutto quello che avevo imparato, più ancora qualche cosa a tutti i miei ragazzi, ne avevo tantissimi non ero l'unico capo perché eravamo in quattro o cinque ma avevamo un centinaio di ragazzi. In estate andavamo a fare un campeggio in montagna, un lungo campeggio stavamo via anche quindici giorni con tutti questi ragazzi appresso i quali si divertivano tantissimo. Tante volte non sapevo se erano loro che si divertivano tantissimo o se eravamo noi che ci divertivamo più di loro, insomma stata una bellissima esperienza.

E si, in realtà così è stato tanto che quando è stata piccola la bambina hai spinto perché incominciasse anche lei a fare scoutismo. In realtà lo scoutismo era molto cambiato nel frattempo perché loro la religione non l'hanno proprio vista ma non hanno visto neanche il resto, perché non facevano niente. Tutte le cose che tu mi raccontavi, della capacità di costruire di andare nei boschi loro non le hanno fatte affatto. Si pretendeva molto poco da questi bambini, lei si è divertita lo stesso tantissimo perché lei si diverte sempre molto però di fatto l'attività era molto blanda è noiosa.

Mah, vedi io da giovane abitavo in una piccola città, intorno a questa piccola città c'erano anche molti boschi, abbiamo un fiume abbiamo molte cose, poi ci siamo sposati e trasferiti a Milano. Nelle grosse città non riesci a far scoutismo, cosa puoi fare? per muoverti devi prendere tanti mezzi: autobus, treni, ora che ti sei spostato è già ora di ritornare per cui l'attività è molto molto, limitata. Puoi fare qualche gioco in questi grossi cortili ma non è come vivere in un bosco all'aria aperta è tutta un'altra cosa, in più devo dire che i ragazzi di oggi sono molto rammolliti e quando c'è da fare un minimo sforzo se ne guardano bene e preferiscono andare a giocare con i videogiochi od altre cose

Si, secondo me, è perché tu eri già predisposto per conto tuo perché anche mio fratello ha fatto lo scout per parecchi anni ma non solo non ha imparato niente ma, lo conosci, non è in grado di badare a se stesso in nessun modo o perlomeno ci riesce perché qualcuno guarda giù dall'alto ma non mi sembra che nonostante si stia parlando degli anni cinquanta abbia fatto nessun progresso per essere stato scout, e poi sapevi già arrangiarti anche in altri campi ti piaceva trafficare e non solamente per costruire fuochi da campo quindi è proprio la sua natura che è andata bene per questa cosa. Comunque sicuramente ci si diverte, tanto è vero che la bambina non ha imparato molto ma quando usciva, andava a fare i campi si divertiva come una pazza, ne faceva di tutti i colori. Tornava a casa sporca lercia e bisognava buttarla nella vasca ma era con gli occhi che brillavano dal divertimento dalla felicità.

Sul fatto di tornare sporchi questa è una cosa comune, perché alla domenica quando tornavamo dalle uscite mia mamma quasi, quasi non mi faceva neanche entrare in casa, mi faceva spogliare sulla soglia buttare tutti i vestiti in un cestone e poi dritto filato sotto la doccia perché il fango era fino alle orecchie. Figurati quando poi uscivamo e pioveva il pantano, ovviamente, nei boschi è di casa e di conseguenza tornavamo talmente lerci che, appunto, come ti ho detto mia mamma neanche mi faceva entrare in casa, dovevo quasi,quasi lavarmi lì sulla soglia, però, insomma, tornavo felice e contento.

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Quel che c’è di bello qui è che la domenica si sentono suonare le campane, a Milano non si sentono più praticamente, un po' perché c’è rumore di fondo un po' perché le hanno vietate, mi sembra, per non disturbare. E mi ricordo  quando ero bambina che andavo in montagna e c’era una gran quantità di campane che suonavano a tutte le ore soprattutto la domenica, e alla domenica  bisognava andare a Messa e quando ero bambina ci andavo anch’io, tu andavi?

Non proprio, il fumo delle candele mi ha sempre dato un po' fastidio, però mia mamma mi trascinava per un orecchio e a questo punto dovevo per forza andarci. Non mi piaceva andare a Messa perché, insomma, come tutti i bambini  la trovavo una cosa noiosa però mi piaceva andare all’oratorio. Al pomeriggio si andava all’oratorio ed era l’unico divertimento che c’era, con poche lire si comprava la solita gassosa, una liquirizia e poi si andava al cinema, dopo aver subito almeno un’ora di catechismo. Questa era la vita domenicale di noi poveri bambini campagnoli.

Ma anche in città era così veramente, solo che io non sono mai stata all’oratorio perché la mamma aveva avuto già l’esperienza dei due maschi più grandi di me e aveva visto che non le piaceva allora sono andata a fare catechismo da un’altra parte, dalle suore e li non c’era nessun oratorio, però era bello lo stesso perché si andava a fare.. come si chiamavano,  aspetta, i ritiri spirituali e in un grande parco fuori Milano e lì ci si divertiva perché si andava senza la mamma e il papà, ci davano una stanzetta tutta linda e c’era questo grande parco in cui si poteva andare da una cert’ora. Certo ci davano poco da mangiare, mi ricordo che c’era una ragazza che scava il panino e dentro ci metteva delle polpette e tutto quello che avanzavano lo infilava nel panino e poi se lo portava nella stanza perché comunque davano veramente poco da mangiare, però era molto bello, e sono andata avanti così  un po' dopo l’età della comunione due o tre anni poi mi sono stufata e non sono andata più né dalle suore né a messa e basta è finita così.

Ho frequentato l’oratorio fino quasi ai dieci anni, poi un amico mi ha fatto conoscere i boyscout, immediatamente mi sono iscritto e da li è incominciata la mia lunga carriera di boyscout. Lo scoutismo mi ha dato  veramente tanto sia sotto l’aspetto educativo morale, sia proprio anche sotto l’aspetto pratico. Tantissime cose che ho imparato quando ero giovane e ancora oggi le metto in pratica, dai nodi a saper piantare la tenda in pochi minuti e tante altre cose. Il bello dello scoutismo  è che tutto quello che viene fatto viene messo sotto forma di gioco per cui è tutto un grande gioco ma è un grande gioco che prepara alla vita perché  proprio inculca ai ragazzi tante regole morali che oggi ormai si sono perse. Tutte regole che risalgono ancora ai tempi dei Cavalieri, quando l’onore era una cosa in primo piano, non esistono più regole di questo genere. Fare la buona azione ogni giorno era la nostra regola, e ci impegnavamo veramente a fare proprio questa buona azione al di là che poi le barzellette raccontano sempre il boyscout che vuole fare attraversare la strada alla vecchietta la quale invece assolutamente non voleva attraversare la strada! ma ci sono tantissime cose che ogni giorno una persona può fare di aiuto anche per gli altri. Al sabato preparavamo lo zaino, zaino in spalla, bicicletta, la nostra tenda e via, andavamo di corsa in qualche bosco. Qui la vita diventava veramente dura si piantava la tenda bisognava cucinare sul fuoco e da qui bisognava anche  imparare a cucinare sul fuoco, bisognava imparare ad accendere il fuoco, accendere il fuoco anche quando pioveva e la legna era bagnata, insomma, era una vita rude ma che ha insegnato tantissime cose. Poi crescendo e diventando adulto sono anche diventato capo e ho trasmesso tutto quello che avevo imparato, più ancora qualche cosa a tutti i miei ragazzi, ne avevo tantissimi non ero l’unico capo perché eravamo in quattro o cinque ma avevamo un centinaio di ragazzi. In estate andavamo a fare un campeggio in montagna, un lungo campeggio stavamo via anche quindici giorni con tutti questi ragazzi appresso i quali si divertivano tantissimo. Tante volte non sapevo se erano loro che si divertivano tantissimo o se eravamo noi che ci divertivamo più di loro, insomma stata una bellissima esperienza.

E si, in realtà così è stato tanto che quando è stata piccola la bambina hai spinto perché incominciasse anche lei a fare scoutismo. In realtà lo scoutismo era molto cambiato nel frattempo perché loro la religione non l’hanno proprio vista  ma non hanno visto neanche il resto, perché non facevano niente. Tutte le cose che tu mi raccontavi, della capacità di costruire di andare nei boschi  loro non le hanno fatte affatto. Si pretendeva molto poco da questi bambini, lei si è divertita lo stesso tantissimo perché lei si diverte sempre molto però di fatto l’attività era molto blanda è noiosa.

Mah,  vedi io da giovane abitavo in una piccola città, intorno a questa piccola città c’erano anche molti boschi, abbiamo un fiume abbiamo molte cose, poi ci siamo sposati e trasferiti a Milano. Nelle grosse città non riesci a far scoutismo, cosa puoi fare? per muoverti devi prendere tanti mezzi:  autobus, treni, ora che ti sei spostato è già ora di ritornare per cui l’attività è molto molto, limitata. Puoi fare qualche gioco in questi grossi cortili ma non è come vivere in un bosco all’aria aperta è tutta un’altra cosa, in più devo dire che i ragazzi di oggi sono molto rammolliti e quando c’è da fare un minimo sforzo se ne guardano bene e preferiscono andare a giocare con i videogiochi od altre cose

Si, secondo me, è perché tu eri già predisposto per conto tuo perché anche mio fratello ha fatto lo scout per parecchi anni ma non solo non ha imparato niente ma, lo conosci, non è in grado di badare a se stesso in nessun modo o perlomeno ci riesce perché qualcuno guarda giù dall’alto ma non mi sembra che nonostante si stia parlando degli anni cinquanta  abbia fatto nessun progresso  per essere stato scout, e poi sapevi già arrangiarti anche in altri campi ti piaceva trafficare e non solamente per costruire fuochi da campo quindi è proprio la sua natura che è andata bene per questa cosa. Comunque sicuramente ci si diverte, tanto è vero che la bambina non ha imparato molto ma quando usciva, andava a fare i campi si divertiva come una pazza, ne faceva di tutti i colori. Tornava a casa sporca lercia e bisognava buttarla nella vasca ma era con gli occhi che brillavano dal divertimento dalla felicità.

Sul fatto di tornare sporchi questa è una cosa  comune, perché alla domenica quando tornavamo dalle uscite mia mamma quasi, quasi non mi faceva neanche entrare in casa, mi faceva spogliare sulla soglia buttare tutti i vestiti in un cestone e poi dritto filato sotto la doccia perché il fango era fino alle orecchie. Figurati quando poi uscivamo e pioveva il pantano, ovviamente, nei boschi è di casa e di conseguenza tornavamo talmente lerci che, appunto, come ti ho detto mia mamma neanche mi faceva entrare in casa, dovevo quasi,quasi lavarmi lì sulla soglia, però, insomma, tornavo felice e contento.