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Bertoldo e Bertoldino (col Cacasenno di Aldo Banchieri) - 1. Le sottilissime astuzie di Bertoldo, 04. Astuzia di Bertoldo. Tumulto di donne della città per questa baia. Il Re va in colera con le donne e Bertoldo gode.

04. Astuzia di Bertoldo. Tumulto di donne della città per questa baia. Il Re va in colera con le donne e Bertoldo gode.

Astuzia di Bertoldo.

Venuta la mattina, Bertoldo si levò dalla paglia e andò a trovare quella femina alla quale il Re aveva data la sentenza in favore e gli disse: Bertoldo. Tu non sai quello che ha determinato il Re?

Aurelia. Io non so nulla se tu non me lo dici.

Bertoldo.

Egli ha commesso che lo specchio sia spezzato, com'ei disse, e dato la metà a quell'altra perché ella si è appellata della sentenza; onde il Re, per non udire più querelle, vuole, col dividerlo, sodisfare all'una e all'altra. Aurelia. Come che il Re ha determinato che il mio specchio sia spezzato, se di già egli ha sentenziato ch'esso mi sia restituito sano e intiero? Oh, che tu mi burli, va' via! Bertoldo.

Io non ti burlo, certo; che gliel'ho udito dire con la sua propria bocca. Aurelia. Ohimè, che è quello ch'io sento; forsi ei fa questo per dar sodisfazzione a quella maledetta femina. Oh che giuste sentenze, oh che nobili azioni d'un Re, oh povera giustizia, come sei tu bene amministrata, poiché adesso si crede più alla bugia che alla verità. Oh misera me! Pur converrà ch'io ti veggia rotto in mille pezzi, caro il mio specchio, uh, uh! Bertoldo.

Il ciel volesse che non vi fusse di peggio.

Aurelia. E che cosa vi può essere di peggio per me che questo?

Bertoldo.

Egli ha ordinato una legge che ogni uomo debba prendere sette mogli. Or mira un poco tu che ruina sarà per le case con tante femine.

Aurelia. Come, ch'ei vuole che ogni uomo pigli sette mogli? Oh questo è ben peggio che s'ei facesse rompere quanti specchi sono nella città. Ma che pazzia è questa che gli è saltata nel capo?

Bertoldo.

Io non ti so dire altro, e t'ho detto tutto quello che a lui ho udito dire; a voi donne sta il diffendervi, prima che il male vada più avanti. Così avendogli cacciato questo pulce nell'orecchio si partì da lei e se ne tornò alla corte aspettando di udire qualche gran novità avanti che fusse notte. Tumulto di donne della città per questa baia.

Partito Bertoldo, Aurelia credendosi che ciò fusse la verità, subito andò a trovare le sue vicine e gli fece palese quel tanto che da Bertoldo aveva udito; le quali, udendo tal cosa, entrarono in tanta smania e in tanta furia che gettavano fuoco per tutto; e in meno d'un'ora si sparse tal nuova per tutta la città; onde si raccolsero insieme più di due mila femine, le quali, avendo discorso gran pezzo sopra tal fatto, si risolsero alla fine di andar a trovar il Re e quivi alla sua presenza gridar tanto e far tanto romore, che esso, vinto dalla loro importunità, si risolvesse a fare che la legge da lui nuovamente imposta non andasse più avanti. E così, tutte piene di rabbia e colme di sdegno, andarono a corte e ivi gionte cominciarono a fare i più gran strepiti e le maggior grida del mondo, a tale che il Re era quasi stordito, né sapendo la cagione di così gran tumulto, restò tutto confuso e pieno di maraviglia; laonde non potendo più sopportar tanta insolenza, tratto dalla colera e dallo sdegno, fu sforzato di ponere la pazienza da una banda nell'ultimo. Il Re va in colera con le donne e Bertoldo gode.

E rivolto a quelle con faccia turbata, disse loro: "Che novità è questa ch'io sento? E di dove procede questa sollevazione? Chi vi ha messo in tanta smania? Dove nasce tanto fracasso? Perché fate tanta ruina? Sete voi forse spiritate? Che malanno avete? Ditelo in mal ora, femine del diavolo". Donne. Che novità è la tua, o Re? Che umore di pazzia ti è saltato nel capo - rispose una delle più audaci e rabbiose - che frenesia ti è tocca a ordinare che ogn'uomo pigli sette mogli? O che nobile considerazione di prudente re! Ma sappi certo che ella non ti anderà fatta.

Re. Che cosa dite voi sciocche? Parlate pianamente, ch'io v'intenda, e vi risponderò. Donne. Parlar pianamente, eh? Anzi bisognarebbe tirarti giù di quel seggio regale, dove ora siedi, e cavarti ambidue gli occhi.

Re. Che ingiuria, che dispiacere v'ho fatto io? Ditelo alla schietta, e non v'affocate tanto, cagne rabbiose che sete. Donne. Non te l'abbiamo noi detto un'altra volta? Re. Io non vi ho bene inteso, però tornatelo a dire.

Donne. Non è il peggior sordo, quanto quello che non vuole udire. Noi ti torniamo a dire che tu hai fatto un grande errore a ordinare per legge che ogn'uomo pigli sette donne per moglie, e che tu dovresti attendere ai negozi tuoi e del tuo regno e non t'impacciare in quello che a te non s'appartiene. Hai tu inteso adesso? Ma ben si vede che non hai punto di cervello e che sei pazzo affatto.

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04. Astuzia di Bertoldo. Tumulto di donne della città per questa baia. Il Re va in colera con le donne e Bertoldo gode. 04. Bertoldo's cunning. Riot of city women for this bay. The King gets angry with the women and Bertoldo enjoys it.

Astuzia di Bertoldo.

Venuta la mattina, Bertoldo si levò dalla paglia e andò a trovare quella femina alla quale il Re aveva data la sentenza in favore e gli disse: Bertoldo. Tu non sai quello che ha determinato il Re?

Aurelia. Io non so nulla se tu non me lo dici.

Bertoldo.

Egli ha commesso che lo specchio sia spezzato, com'ei disse, e dato la metà a quell'altra perché ella si è appellata della sentenza; onde il Re, per non udire più querelle, vuole, col dividerlo, sodisfare all'una e all'altra. Aurelia. Come che il Re ha determinato che il mio specchio sia spezzato, se di già egli ha sentenziato ch'esso mi sia restituito sano e intiero? Oh, che tu mi burli, va' via! Bertoldo.

Io non ti burlo, certo; che gliel'ho udito dire con la sua propria bocca. Aurelia. Ohimè, che è quello ch'io sento; forsi ei fa questo per dar sodisfazzione a quella maledetta femina. Oh che giuste sentenze, oh che nobili azioni d'un Re, oh povera giustizia, come sei tu bene amministrata, poiché adesso si crede più alla bugia che alla verità. Oh misera me! Pur converrà ch'io ti veggia rotto in mille pezzi, caro il mio specchio, uh, uh! Bertoldo.

Il ciel volesse che non vi fusse di peggio.

Aurelia. E che cosa vi può essere di peggio per me che questo?

Bertoldo.

Egli ha ordinato una legge che ogni uomo debba prendere sette mogli. Or mira un poco tu che ruina sarà per le case con tante femine.

Aurelia. Come, ch'ei vuole che ogni uomo pigli sette mogli? Oh questo è ben peggio che s'ei facesse rompere quanti specchi sono nella città. Ma che pazzia è questa che gli è saltata nel capo?

Bertoldo.

Io non ti so dire altro, e t'ho detto tutto quello che a lui ho udito dire; a voi donne sta il diffendervi, prima che il male vada più avanti. Così avendogli cacciato questo pulce nell'orecchio si partì da lei e se ne tornò alla corte aspettando di udire qualche gran novità avanti che fusse notte. Tumulto di donne della città per questa baia.

Partito Bertoldo, Aurelia credendosi che ciò fusse la verità, subito andò a trovare le sue vicine e gli fece palese quel tanto che da Bertoldo aveva udito; le quali, udendo tal cosa, entrarono in tanta smania e in tanta furia che gettavano fuoco per tutto; e in meno d'un'ora si sparse tal nuova per tutta la città; onde si raccolsero insieme più di due mila femine, le quali, avendo discorso gran pezzo sopra tal fatto, si risolsero alla fine di andar a trovar il Re e quivi alla sua presenza gridar tanto e far tanto romore, che esso, vinto dalla loro importunità, si risolvesse a fare che la legge da lui nuovamente imposta non andasse più avanti. E così, tutte piene di rabbia e colme di sdegno, andarono a corte e ivi gionte cominciarono a fare i più gran strepiti e le maggior grida del mondo, a tale che il Re era quasi stordito, né sapendo la cagione di così gran tumulto, restò tutto confuso e pieno di maraviglia; laonde non potendo più sopportar tanta insolenza, tratto dalla colera e dallo sdegno, fu sforzato di ponere la pazienza da una banda nell'ultimo. Il Re va in colera con le donne e Bertoldo gode.

E rivolto a quelle con faccia turbata, disse loro: "Che novità è questa ch'io sento? E di dove procede questa sollevazione? Chi vi ha messo in tanta smania? Dove nasce tanto fracasso? Perché fate tanta ruina? Sete voi forse spiritate? Che malanno avete? Ditelo in mal ora, femine del diavolo". Donne. Che novità è la tua, o Re? Che umore di pazzia ti è saltato nel capo - rispose una delle più audaci e rabbiose - che frenesia ti è tocca a ordinare che ogn'uomo pigli sette mogli? O che nobile considerazione di prudente re! Ma sappi certo che ella non ti anderà fatta.

Re. Che cosa dite voi sciocche? Parlate pianamente, ch'io v'intenda, e vi risponderò. Donne. Parlar pianamente, eh? Anzi bisognarebbe tirarti giù di quel seggio regale, dove ora siedi, e cavarti ambidue gli occhi.

Re. Che ingiuria, che dispiacere v'ho fatto io? Ditelo alla schietta, e non v'affocate tanto, cagne rabbiose che sete. Donne. Non te l'abbiamo noi detto un'altra volta? Re. Io non vi ho bene inteso, però tornatelo a dire.

Donne. Non è il peggior sordo, quanto quello che non vuole udire. Noi ti torniamo a dire che tu hai fatto un grande errore a ordinare per legge che ogn'uomo pigli sette donne per moglie, e che tu dovresti attendere ai negozi tuoi e del tuo regno e non t'impacciare in quello che a te non s'appartiene. Hai tu inteso adesso? Ma ben si vede che non hai punto di cervello e che sei pazzo affatto.